La storia del parco
Proprietà dei nobili Manin, conti veneziani di origine toscana, dalla metà del Cinquecento, i latifondi di Passariano diventarono lo sfondo della magnificenza di una delle famiglie più ricche d’Europa, decisa a rivaleggiare con le più prestigiose corti europee.
Dopo i primi abbozzi di Francesco IV Manin (1670), con influssi di Vincenzo Scamozzi e Baldassare Longhena, il parco diventa in epoca barocca “Albergo della Pace e del Piacere” (da un poemetto di Daniele Florio, 1766).
Ideato su disegni di un “Giardiniero Francese” allievo di Le Nôtre, il progettista del parco della reggia di Versailles, è arricchito dal “mastro di casa” dei Manin, Giovanni Ziborghi.
Labirinti, giochi d’acqua, serragli d’animali, arancere, ghiacciaie sotterranee, giardini pensili, logge eleganti, modelli di fortezze ne fanno una meraviglia destinata a stupire il viaggiatore, tanto che Goldoni lo definirà “soggiorno degno di un re”.
Giannantonio Selva, amico di Canova, attivo a Venezia (è suo il progetto del teatro La Fenice e dei giardini di Castello) e studioso dei giardini all’inglese, e Pietro Quaglia lo trasformeranno.
Prima (1809) in geometrie illuministe e poi (1863) in romantico “stivale” a forma d’Italia, in omaggio ai sentimenti risorgimentali dei padroni di casa. Si afferma così il parco come autonomo spazio di espressione estetica, svincolato dal corpo gentilizio da cui era nato come supporto.
Fu più volte occupato da truppe straniere. Dalle truppe napoleoniche a fine ‘700, a base importante di truppe austroungariche in seguito alla ritirata di Caporetto, nel corso della Prima guerra mondiale. Divenne quindi accampamento di soldati sudafricani per un lungo periodo, negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale.
Il parco oggi
Quasi abbandonato a sé stesso, anche a causa di discordie famigliari interne ai Manin, fu poi acquistato e restaurato dalla Regione (1969): il parco oggi è aperto al pubblico, con ingresso libero.
Un’“oasi” verde in un paesaggio sospeso tra magredi e risorgive. Si affianca all’offerta culturale della Villa, con manifestazioni musicali e teatrali di qualità, oltre a ormai tradizionali appuntamenti florovivaistici.