Paolo Conte
24 agosto 2007 - ore 21.30
Dallo status di praticante forense a quello di cantautore schietto e distaccato, sempre a contatto con le pulsioni più vive e acuite di un animo nostalgicamente divertito e con una notevole sensibilità di stampo jazzistico e latino-americano, attraverso il suo coerente operato ha costituito una delle esperienze cardinali della canzone italiana.
Paolo Conte è uno dei più originali cantautori italiani, e di sicuro il più erudito e coerente.
I suoi due strumenti, il pianoforte e la voce (prima ancora che le canzoni vere e proprie) faranno da battistrada a una delle contaminazioni più seducenti di sempre, almeno nei rispetti del panorama del cantautorato italiano, e insieme contribuiranno al non trascurabile merito di aprire le porte alla riscoperta filologica e classica (estranea quindi agli esperimenti del giro Cramps, Perigeo, etc.) della musica jazz in Italia, fino ad allora tenuta a forza nell’oscurità. Il Conte interprete, in ultima analisi, si pone come chanteur decadente, distaccato, obliquo e nobile a un tempo, con un timbro vocale roco e profondo, soavemente sferzante, pungente e anti-retorico.