29 e 30 novembre 2024
PUBLIC PROGRAM ARTE E MODA
Musei, collezioni, archivi e biblioteche nel settore delle “imprese creative” (arte, architettura, design, moda, fotografia, grafica e comunicazione) si rivelano essere un utile strumento sia per un approfondimento critico della storia delle discipline del progetto, sia per l’apertura a sviluppi progettuali e curatoriali innovativi. Le tecnologie dell’informazione e la messa a disposizione delle collezioni digitali assumono un ruolo significativo per la conoscenza di istituzioni museali e culturali, pubbliche e private, consentendo un accesso facilitato alle collezioni, permettendo di potenziare e migliorare le opportunità e la qualità della ricerca, aprendo a circoli virtuosi di esperienze immersive e produzioni tecnologiche coinvolgenti (piattaforme, ambienti di lavoro, applicazioni, ecc.).
Molti musei, collezioni pubbliche e private, ma anche molte imprese italiane da tempo hanno accolto le fondamentali trasformazioni avvenute nella gestione e nella valorizzazione degli archivi, con la nascita dei cosiddetti “archivi della creatività”, che hanno dato vita a una nuova concezione dell’archivio come fonte per l’ispirazione, la produzione e la comunicazione degli artisti, dei designer, delle istituzioni e delle imprese.
GLAM (Gallery Library Archive Museum) è un acronimo che indica le istituzioni culturali che usano il digitale per offrire “innovativi servizi basati sul principio del libero accesso; nuovi prodotti mediante il riutilizzo creativo dell’esistente; evoluti processi di cooperazione tra attori esterni, incoraggiati a sviluppare servizi basati sul patrimonio condiviso di conoscenza” (E. Kapsalis, 2016).
La necessità di utilizzare un’espressione che raggruppa tipologie diverse di istituzioni è nata con lo sviluppo di strumenti digitali e con il caricamento online delle loro collezioni. Con Internet e con la nascita di database digitali le specificità delle diverse istituzioni (edifici, pubblico, allestimenti, curatela) tendono a sbiadire e la documentazione (opere d’arte, pubblicazioni, documenti, artefatti) si trasforma in “informazione digitale” che richiede un trattamento catalografico molto omogeneo per consentire all’utente di passare con facilità da un libro a un oggetto museale e a un documento archivistico correlato.
Obiettivo delle due giornate di studio è delineare la fisionomia del patrimonio archivistico delle istituzioni culturali coinvolte, attingendo dal repertorio storico attraverso la consultazione delle collezioni, in situ e online, per cogliere materiali e spunti ed elaborare contributi multimediali di nuova generazione. Gli archivi rappresentano, infatti, un ricco potenziale di supporto alla comprensione didattica, alla ricerca e contestualizzazione storica, alla valorizzazione e divulgazione dei processi sottesi alla ideazione e produzione creativa. La storia di un artista, di un designer, di un brand o di un’azienda, oltre a rappresentare di per sé un patrimonio, diviene anche una fonte di contenuti utili ad una comunicazione parallela e non convenzionale, proprio per questo più efficace per aumentare l’importanza e il prestigio della collezione, del museo o del brand.
La serie di azioni possibili, attingendo al bagaglio storico e ai contenuti che ne vengono generati (museo, fisico o virtuale, archivio digitale, libri, eventi, filmati, sito e social media), agli occhi della stampa e in genere degli organi di informazione risultano valorizzati dalla legittimazione scientifica e generano una ricaduta di comunicazione percepita dal pubblico come informazione qualificata e affascinante racconto di una tradizione che dalla fine dell’Ottocento ha reso unico e prezioso il patrimonio artistico italiano del Novecento e, nel sistema imprenditoriale, il Made in Italy.
29 novembre 2024 - Gli archivi dell'arte
Mattino ore 9:30 – coordina Giuliana Carbi Jesurun (Trieste Contemporanea)
Michela Lupieri: Collezione Prato d’Arte Marzona, Villa di Verzegnis
Lucia Budini: Archivio Miela Reina, Trieste
Lorenzo Michelli: Galleria Regionale d’Arte contemporanea Luigi Spazzapan
Elena Puccinelli: Archivio Rinascente, Milano
Laura Canella: Fondo Magnabosco-Magni, Fondazione Badaracco, Milano
Pietro Paolo Chissotti: Archivio Paolo Icaro, Tavullia
Visita alla mostra Terza Terra con il curatore Guido Comis
Pomeriggio ore 14:30 – coordina Eleonora Cedaro (Ephemera Festival)
Marco Farano: Fondazione Michelangelo Pistoletto, Biella
Beatrice Zanelli: Arteco, Torino
Filippo Tibertelli de Pisis: AitArt Associazione Archivi d’Artista Italiani e Associazione per Filippo de Pisis, Milano
Valeria Cantoni Mamiani e Francesca Fimeroni: Archivio Valerio Adami, Milano
Fania Cavaliere: Centro Artistico Alik Cavaliere, Milano
Dialogo tra Michelangelo Pistoletto e Carlo Bach (artista e direttore creativo di illycaffè)
illycaffè e Cittadellarte 25 anni di collaborazione tra arte e impresa
Arte e Moda a Villa Manin a cura di Giacomo Bassmaji e Maria Canella Accademia Unidee – Fondazione Pistoletto Cittadellarte ONLUS
30 novembre 2024 - Gli archivi della moda
Mattino ore 9:30 – coordina Michele Cerruti But (Accademia Unidee)
Barbara Franchin: Fondazione ITS, Trieste
Matilde T. Passerini e Sergey Kantsedal: Fondazione Albion per l’Arte, la Moda e il Design, Firenze
Aurora Masci: Archivio Curiel, Milano
Deanna Ferretti Veroni e Sonia Veroni: Modateca Deanna
Olga Pirazzi: Fashion Best Cittadellarte, Biella
Visita alla Fondazione Roberto Capucci, Villa Manin con Enrico Minio Capucci
Pomeriggio ore 14:30 – coordina Maria Canella (Accademia Unidee)
Raffaella Sgubin: ERPAC Friuli-Venezia Giulia – Servizio regionale Ricerca, Musei e Archivi Storici
Federica Rossi: Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi, Stra
Daniele Licata: Fondazione FILA Museum, Biella
Carlo Giordanetti: Archivio Swatch, Bienne (CH)
Nicolò Favaretto Rubelli: Fondazione Rubelli, Venezia
Maria Canella: Archivi Biki, Walter Albini e Alberto Lattuada, Milano
Dialogo tra Michelangelo Pistoletto e la Fondazione Capucci modera Guido Comis, Direttore di Villa Manin