La mostra conduce nel viaggio che svela la continua ricerca del bello che ha sempre contraddistinto Ferruccio Carassale, nell’apporto di un nuovo senso poetico alla fotografia. La sua ricerca visiva gioca sulla labilità dei vetri, nella loro capacità di diluizione e di trasparenza, dietro cui si cela l’effimera vita delle rose, intese entrambi come materia, natura ed arte.
Le immagini lasciano la scena ad emozioni e sensazioni, per far valicare l’immaginario attraverso il senso nostalgico e decadente delle serre ormai abbandonate, che come in uno scrigno velato, bagnato, abbandonato, custodiscono e svelano le rose, cui è accostata l’idea della preziosità sensuale e fragile che proprio dalla brevità della loro fioritura deriva.
Accolte da segrete trasparenze nel calore antico delle serre, rose della seducente bellezza, si mostrano ricche di sfumature, quasi a ricordare le velature e le allegorie preraffaellite, espresse magistralmente in questi scatti oltre il dato della percezione visiva per le sottili ambiguità e analogie che racchiudono.
Ferruccio Carassale è nato e vive a Bordighera, sulla Riviera Ligure. Inizia a fotografare molto presto la Liguria, terra aspra e dolce insieme, impregnata di profumi e di colori. Questa terra ha certamente influenzato la sua sensibilità verso la natura, la luce, le ombre. Dopo una parentesi di lavoro aziendale, diventa fotografo professionista, specializzandosi nel settore botanico. Nel ‘93 inizia a pubblicare su Gardenia , rivista con la quale collabora tuttora. Pubblica in via continuativa sulle principali riviste del settore italiane e francesi (Ville&Giardini, Case Country, Ville&Casali, Casa Vogue, Coté Sud, Figaro Madame, Home Magazine). Le sue foto sono comparse anche su riviste americane (Departures, Saveur, Garden Design) e tedesche (AD Germania). Ha collaborato e pubblicato sulla rivista Arte’In.