Le tempere di Angiolino costituiscono un grande affresco che ci racconta gli orrori della guerra e come questi siano stati vissuti da un giovane che ha voluto trasferire sulla carta le sue emozioni e la sua adesione agli ideali di libertà e democrazia.Un caso probabilmente speciale e unico a livello nazionale per l’energia creativa e la passione sottese alla realizzazione di opere che rappresentano un inno alla pace e da alcuni sono state paragonate a degli ex-voto.
Certamente si possono ascrivere ad un’arte autenticamente popolare, ma se osserviamo attentamente il disegno, l’uso dei colori percepiamo un grande movimento delle forme che ci rapiscono fino a farci sentire le urla dei naufraghi, il crepitare delle mitragliatrici, l’assordante boato di un bombardamento.
Sono tavole che non lasciano indifferenti chi le guarda. Ad illustrare le opere sono le didascalie originali, compilate dallo stesso Angiolino, che ci raccontano di battaglie sul mare, di bombardamenti di paesi e città e di vari episodi della lotta partigiana in Friuli.
Nella sua fantasia le letture di romanzi di avventure si mescolano con i racconti dei marinai e con episodi da lui vissuti personalmente. Le immagini proposte, ricche di inventiva e di grande immediatezza espressiva si possono leggere come una grande storia collettiva a fumetti, o come si direbbe oggi, una sorta di grande graphic novel.
La mostra non vuole essere una storia illustrata della Seconda guerra mondiale, ma una testimonianza straordinaria sul modo in cui la guerra venne vissuta e raffigurata da un giovane friulano, certamente interprete, a suo modo, di sentimenti popolari, vivi e diffusi.