Venerdì 19 maggio scorso al primo piano dell’esedra di levante di Villa Manin è stata inaugurata Blue Dust, una mostra personale di Andrea Pertoldeo. La mostra resterà aperta da sabato 20 maggio a domenica 16 luglio e resterà aperta il martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 18.00 e dal venerdì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00 (lunedì chiuso).
Blue Dust è un progetto fotografico che mette in relazione un paesaggio specifico e il lavoro che lo modifica. Il paesaggio antropizzato è quello del deserto del Bahrain e il lavoro è quello degli operai di un’acciaieria. Il progetto comprende una sequenza di fotografie del deserto, che contiene una serie di ritratti a figura intera, e quattro testi indipendenti dalle immagini. Il deserto fotografato è il luogo dove i cittadini autoctoni del Bahrain trascorrono giornate di festa e di riposo per ritrovare le loro antiche origini nomadi. Il deserto è anche il luogo di passaggio di tubi di gas naturale o petrolio e di tralicci dell’alta tensione che modificano e accentuano l’orografia del territorio. Gli uomini ritratti sono immigrati che vivono per migliorare la loro condizione e quella della famiglia di origine. Essi costruiscono con il loro lavoro gli oggetti della modificazione del paesaggio del deserto. Il cortocircuito fra paesaggio e lavoro in Blue Dust è generativo di un aspetto della costruzione della società contemporanea.
In occasione della mostra sarà disponibile il libro Blue Dust edito da a+mbookstore con testi di Mario Lupano, Luca Ciotti, Roberto Zancan e Antonello Frongia.
Andrea Pertoldeo (Udine, 1971) è un fotografo, docente di fotografia presso l’Università Iuav di Venezia e, insieme a Stefano Graziani e Angela Vettese, coordinatore del Master Iuav in Photography. È stato per diversi anni assistente alla didattica di Guido Guidi presso il corso di Laurea in Arti Visive. Ha partecipato a numerose mostre e progetti di ricerca sulla fotografia contemporanea, fra i quali Campagna Romana, 2006 (a cura di Stalker – Osservatorio Nomade); Città latenti, un progetto per l’Italia abusiva, 2007 (a cura di Federico Zanfi); Ereditare il paesaggio, 2008 (a cura di Giovanna Calvenzi e Maddalena D’Alfonso); La periferia interiore, 2009 (a cura di
Antonello Frongia e Paola Pellegrini); Paesaggi mobili, 2010 (a cura di Antonello Frongia con “La città complessa”). La sfida della fotografia, 2012 (a cura di Italo Zannier). Urbs oblivionalis. Urban spaces and terrorism in Italy presso la XIV Biennale di Architettura di Venezia, 2014 (a cura di Elena Pirazzoli e Roberto Zancan). Sono stato lì, 2015 (a cura di Stefano Munarin e Andrea Pertoldeo). Il Deserto Rosso, 2015 (a cura di Linea di Confine, Die Photographische Sammlung / SK Stiftung Kultur di Colonia, Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia, Osservatorio Fotografico, Ravenna). La fine del nuovo, a cura di Paolo Toffolutti. Assieme ad Angela Vettese, Stefano Graziani e Amedeo Martegani ha curato la parte di fotografia di Artefiera 2017. Ha pubblicato sue fotografie in diverse riviste internazionali come Genda, Domus, Domus China, Domus Russia, Casabella, The Plan, AIT, Goya, Territorio, Arabian Design, Compasses, Home.